Diario dallo sciopero della fame - giorno 1



(Tutte le puntate del diario sono state pubblicate su lastampa.it)

(domenica 21 ottobre 2012)

Il risveglio non è stato dei migliori: gli occhi afflitti dalla congiuntivite, dovuta all’eccessivo lavoro al puntatore oculare del giorno prima, e muco bronchiale abbondante e vischioso che mi costringe a ripetute aspirazioni particolarmente dolorose. Oggi si comincia, il mio piano è di sottrarre il 10% dell’alimentazione ogni giorno in modo da arrivare, nell’arco di dieci giorni, all’astensione assoluta dal cibo. Che poi è una pappa liquida color cammello che passa, goccia a goccia, attraverso il sottile tubicino che arriva direttamente nello stomaco. E’ al sapore di vaniglia, chissà perché. Ho sempre immaginato che i produttori siano convinti che, con la malattia, le papille gustative crescano anche nello stomaco.
Penso ai miei compagni di lotta con grande tenerezza, molti li conosco di persona e so quante battaglie quotidiane già affrontano per tirare avanti. Non penso a me stesso, credo di poter resistere, e poi questa scelta che ognuno ha affrontato e risolto nel chiuso della sua coscienza, agita insieme mi dà forza e coraggio. Insieme ai tanti messaggi di solidarietà, dei quali scriverò domani.
L’antivigilia dello sciopero il governo ha interrotto il silenzio, proponendoci un incontro con il ministro della salute Balduzzi. Ma è poco più di un balbettio, da 4 mesi attendiamo un incontro congiunto con i tre ministeri competenti: economia, politiche sociali e salute, già fissato e poi disatteso. La Fornero promise ad aprile, entro 30 giorni, la presentazione del nuovo Piano per le non autosufficienze, da allora son passati sei mesi. Vuol dire che aspetteremo con pazienza che smetta di balbettare e dica finalmente qualcosa di comprensibile.
Noi, io, siamo determinati, non smobiliteremo per un piatto di lenticchie. Il tempo delle promesse è finito.
(pubblicato su lastampa.it)

2 commenti:

  1. Mi chiamo Giulia, ho 20 anni e sto studiando per diventare infermiera; ogni volta che mi reco in ospedale per svolgere il mio tirocinio formativo incontro persone sofferenti, persone che stanno male.. ma che nonostante tutto sorridono, sono allegre, pimpanti.. e laddove a me si stringe il cuore (pensando a quanto dolore provino)loro rispondono ad una mia azione con un sorriso, una stretta di mano, una frase sincera.. a volte basta così poco per entrare empaticamente in contatto!
    Per questo voglio dirti, Alberto (mi permetto spregiudicatamente di darti del tu) che hai la mia stima e il mio sostegno in questa battaglia e che anche se ho scoperto della vostra lotta solo attraverso i mass media mi sembri una persona coraggiosa,testarda,vincente. Buona fortuna! :-)
    Un abbraccio

    RispondiElimina